"Ebbi modo a comprendere come poco vantaggio si possa trarre nell'arte medica lasciando che a formare siano i soli testi di medicina..." Giorgio Baglivi (De fibra motrice et morbosa, 1700)
L'osteopata sintetizza la valutazione della persona esaminata grazie all'osservazione e all'esame obiettivo specifico (palpazione percettiva) per confermare o rivedere il piano di trattamento. Quest'ultimo conseguentemente all'indagine, viene discusso dettagliatamente con il paziente formulando ipotesi evolutive del motivo di consulto espresso. Ad ogni modo il trattamento osteopatico è incentrato sulla mobilità/motilità dei tessuti corporei, delle funzioni e dei ritmi biologici involontari (vedi anche IRCS, impulso ritmico cranio-sacrale) correlati con lo stato di salute generale. L'osteopata si avvale di uan gamma di tecniche manuali che possono essere classificate come dirette, indirette, combinate, fluidiche e riflesse (WHO - World Health Organization, 2010).
Le tecniche manuali, in Osteopatia come in altre discipline, rappresentano solo "un umile strumento per mezzo di cui poter agire sull'organismo" (Audouard, 2009). Non rappresentano affatto l'esclusività dell'azione Osteopatica, come anche molti osteopati pensano; sono alla base del trattamento osteopatico ma non sono tutto, anzi. Il pilastro portante è l'osteopata che interpreta ed agisce secondo la sua coscienza, al sua disponibilità all'ascolto, la sua deontologia, la sua intenzione mirata dal suo notevole bagaglio di conoscenze e non per ultime le sue intuizioni.
L'osteopata non è un "conciaossa" o un guaritore nè un mero praticone, nella misura in cui la tecnica la può imparare e praticare in modo ripetitivo chiunque, ma il ragionamento deduttivo e soprattutto percettivo, no! Per imparare a "vedere" con le mani e praticare, consigliare e sostenere un rilancio ed un percorso di autoguarigione aiutando veramente la persona, si ritiene strettamente necessario, così come per il chiropratico, il fisioterapista, il medico, ... , che l'osteopata debba investire in conoscenza e approfondimento continui.
Stimolo a fare ciò potrebbe essere il metodo dei "sette passaggi" sviluppato dall'autore del testo nella ricerca da lui svolta e intitolata "Sviluppo delle competenze nella palpazione percettiva: dalle neuroscienze all’insegnamento".
Aumentare le proprie conoscenze è un imperativo.
La pratica rappresenta solo la manifestazione, nel mondo fisico, di una teoria.
Le conoscenze all'osteopata sono insegnate su largo spettro per non dimenticare il concetto cardine di globalità dell'individuo e dell'organismo.
L'approccio è globale ed è volto al riequilibrio dinamico corpo-mente inteso inteso come "bilanciamento" dei tre grandi insiemi fisiologici di cui è composto l'essere umano: materia, movimento e spirito.
L'osteopata sintetizza la valutazione della persona esaminata grazie all'osservazione e all'esame obiettivo specifico (palpazione percettiva) per confermare o rivedere il piano di trattamento. Quest'ultimo conseguentemente all'indagine, viene discusso dettagliatamente con il paziente formulando ipotesi evolutive del motivo di consulto espresso. Ad ogni modo il trattamento osteopatico è incentrato sulla mobilità/motilità dei tessuti corporei, delle funzioni e dei ritmi biologici involontari (vedi anche IRCS, impulso ritmico cranio-sacrale) correlati con lo stato di salute generale. L'osteopata si avvale di uan gamma di tecniche manuali che possono essere classificate come dirette, indirette, combinate, fluidiche e riflesse (WHO - World Health Organization, 2010).
Le tecniche manuali, in Osteopatia come in altre discipline, rappresentano solo "un umile strumento per mezzo di cui poter agire sull'organismo" (Audouard, 2009). Non rappresentano affatto l'esclusività dell'azione Osteopatica, come anche molti osteopati pensano; sono alla base del trattamento osteopatico ma non sono tutto, anzi. Il pilastro portante è l'osteopata che interpreta ed agisce secondo la sua coscienza, al sua disponibilità all'ascolto, la sua deontologia, la sua intenzione mirata dal suo notevole bagaglio di conoscenze e non per ultime le sue intuizioni.
L'osteopata non è un "conciaossa" o un guaritore nè un mero praticone, nella misura in cui la tecnica la può imparare e praticare in modo ripetitivo chiunque, ma il ragionamento deduttivo e soprattutto percettivo, no! Per imparare a "vedere" con le mani e praticare, consigliare e sostenere un rilancio ed un percorso di autoguarigione aiutando veramente la persona, si ritiene strettamente necessario, così come per il chiropratico, il fisioterapista, il medico, ... , che l'osteopata debba investire in conoscenza e approfondimento continui.
Stimolo a fare ciò potrebbe essere il metodo dei "sette passaggi" sviluppato dall'autore del testo nella ricerca da lui svolta e intitolata "Sviluppo delle competenze nella palpazione percettiva: dalle neuroscienze all’insegnamento".
Aumentare le proprie conoscenze è un imperativo.
La pratica rappresenta solo la manifestazione, nel mondo fisico, di una teoria.
Le conoscenze all'osteopata sono insegnate su largo spettro per non dimenticare il concetto cardine di globalità dell'individuo e dell'organismo.
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